Santo Stefano del Sole
Il Comune di Santo Stefano del Sole è la porta naturale del Parco dei Monti Picentini nell’Alta Valle del Sabato. Il suo territorio è delimitato a sud dal corso del Fiume Sabato mentre ad oriente si spinge fino a lambire i caseggiati di Volturara Irpina. Confina a mezzogiorno con i comuni di Santa Lucia di Serino e San Michele di Serino, a occidente con i comuni di Cesinali e di Atripalda, a oriente con Volturara Irpina e Serino ed infine a nord con Sorbo Serpico.
La Storia e le tradizioni
Furono i Sanniti i primi cittadini di Santo Stefano del Sole.
Le prime tracce di insediamenti risalgono al periodo sannita. In epoca relativamente recente alla località Castellucio (rione del centro storico) sono stati rinvenuti dei reperti archeologici, anfore, ampolle e lacrimatoi, oggi custoditi presso il Museo Irpino. Alla località San Pietro all’Olio esisteva un importante monastero (da cui il nome) edificato intorno all’anno 650 da Teodorada, ava del duca Gisolfo di Benevento. Era immerso in una campagna molto fertile la cui coltivazione principale era l’olivo. Da ciò prese il nome Oglio trasformato recentemente in Olio. Molto probabilmente la presenza di due sorgenti Fontana di Nefola (Fontanebole) e Fontana dei Calici in quella località sono state determinanti nella scelta del sito. Il monastero in epoche successive ebbe momenti di splendore. Verso la fine del 1.300 venne distrutto da bande di briganti dopo essere stato saccheggiato. Mentre le fontane oggi continuano a dare acqua fresca e pura, del monastero sono rimaste soltanto poche vestigia. Alla località Angelo, su di un pianoro in alto alle spalle del centro abitato immersa nel verde è la chiesetta di San Michele Arcangelo. Fa parte di un catena ideale di luoghi di culto dedicati a San Michele Arcangelo e che si snoda attraverso i Monti Picentini. Fu costruita nell’anno 1119, ancora prima che avvenissero gli insediamenti dell’attuale Santo Stefano. Oggi questa chiesetta è stata restaurata e riaperta al culto. Della chiesa primitiva conserva soltanto la struttura. Le origini di Santo Stefano del Sole (ha aggiunto l’appellativo “del Sole” soltanto nel 1861) affondano le loro radici in Castel Serpico, castello feudale lungo l’antica strada che conduceva a Melfi.
Serpico verso l’anno 1.000 era un feudo molto ampio. I Serpiceti erano per lo più pastori ed agricoltori. Poiché i terreni fertili erano a valle lungo la sponda destra del fiume Sabato, quotidianamente percorrevano diversi chilometri per raggiungerli. Uscivano al mattino presto di buona ora e rincasavano a sera tardi. Con il passare del tempo, vendendo meno la struttura sociale modellatasi intorno al castello, per ridurre i disagi del “pendolarismo” quotidiano, cominciarono lentamente a costruire i primi insediamenti alla località Piedicasale. Nel corso degli anni la popolazione crebbe fino a formarsi un casale. Nel 1469, spopolatosi Serpico a causa della peste che afflisse l’Europa ed in particolar modo l’Italia, i pochi superstiti in parte si portarono ad abitare a Sorbo ed in parte a Santo Stefano. Le principali famiglie che scesero da Serpico furono i Iob oggi Cioppa, i Neri oggi Nigro ed i Petrella oggi Petretta che poi hanno dato il nome ad alcuni rioni (ancara oggi esistono “Via Casa Coppa”, “Via Casa Peretta”, “Via Casa Nigro”). Nell’anno 1525 avvenne la separazione dei demani comunali di Sorbo e Santo Stefano. Da quel momento Santo Stefano acquistava la dignità di Comune. Nel corso dei secoli prima appartenne ai Marchesi Gesualdo, per pochissimo tempo ai Boerio ed infine ai Baroni Zamagna.